"Tutto cambia al di là di queste mura.
Qui invece tutto resta uguale, cristallizzato. Siamo un baco che mai si trasformerà in farfalla"

Intervista per Forum

Hai scritto il libro con carta e penna oppure al computer?

Al computer.

Ritieni indifferente scriverlo con carta e penna o usando un computer?

Al computer è più comodo. Uso carta e penna per mettere nero su bianco qualche idea che mi è venuta in mente.

Hai mai riletto completamente e senza saltare nessuna pagina una copia stampata e rilegata (come sarà nelle mani dei lettori) del tuo libro?

Sì.

Un giudizio negativo e pesante sul tuo libro lo vedi come una martellata che ti ferisce o come una spinta che ti stimola?

Forse più una martellata che uno stimolo, anche se per fortuna giudizi negativi non ce ne sono stati.

Quali sono gli autori e i romanzi che pensi ti abbiano dato ispirazione?

Nessuno in particolare, anche se penso di aver assorbito qualcosa da ciascuno degli innumerevoli autori che ho avuto modo di leggere e apprezzare.

A chi fai leggere le bozze del tuo romanzo, man mano che lo scrivi?

A Chiara, mia moglie.

Qual è stata la molla che ti ha spinto a scrivere questo libro?

Mi è stato chiesto da mia madre.

Leggi ad alta voce quello che scrivi per sentire se suona bene quando viene letto?

No.

Prendi ispirazione da fatti della vita quotidiana?

La storia racconta fatti realmente accaduti.

L'ispirazione si basa su fatti successi a te o magari su qualcosa vista per caso camminando per strada?

L’idea di scrivere questo romanzo è nata la sera della vigilia di Natale del 2006. Mi trovavo a cena a casa di mia madre, noi due soli, e lei ha incominciato a raccontare la storia della sua famiglia, che in parte già conoscevo, arricchendola di particolari fino ad allora sconosciuti. Dal racconto emergeva prepotente la figura di un fratellastro, la cui vita è stata rocambolesca fin dalla tenera età, sempre in lotta con un destino spesso crudele che non gli ha dato tregua e lo ha perseguitato fino ai giorni nostri.

Quando inizi a scrivere, immagini mai il tuo libro già con copertina, foto di copertina... insomma, già bell'e pronto da comprare?

No.

Pensi mai alle reazioni dei lettori vedendo il tuo libro sullo scaffale?

No, ma le reazioni positive che ci sono state nelle varie presentazioni mi hanno fatto piacere.

Quando hai iniziato a scrivere le pagine del tuo libro, avevi già un'idea di dove volevi arrivare o la storia si è costruita con il tempo?

Ho incontrato il protagonista del libro e mi sono fatto raccontare in un pomeriggio la sua vita. Ho registrato il racconto su due nastri da novanta minuti. Una vita così piena di colpi di scena che non c’è stato bisogno di inventarsi nulla.

Il tuo libro parla di un argomento ben definito. Perchè scegli questo piuttosto che un altro?

La vita del protagonista si intreccia con la storia d’Italia della seconda metà del ventesimo secolo, dalla seconda guerra mondiale al boom economico, dagli anni di piombo a Tangentopoli. Sono quegli anni che a scuola non si studiano perché non si riesce a finire il programma, o almeno così accadeva quando a scuola ci andavo io, ma sono anche gli anni che nel bene e nel male hanno segnato il passato recente del nostro paese e hanno influenzato più di altri le nostre vite. Tornano alla luce problemi antichi del nostro Paese, ma ancora attuali perché mai risolti, come la repressione poliziesca, le carceri, le mazzette come ingrediente indispensabile nel sistema produttivo, gli incidenti sul lavoro. Mi è sembrato che potesse essere interessante anche per chi non era direttamente coinvolto nelle vicende che vengono descritte.

Qual è la la molla che spinge una persona a passare da fruitore delle opere altrui (presumo che ogni scrittore prima di diventare tale e anche dopo sia un grande lettore) a creatore di opere?

Una passione innata per la scrittura.

Perchè hai scritto il tuo primo libro?

Mi è parso che i fatti narrati potessero essere interessanti anche per chi non era direttamente coinvolto nelle vicende che vengono descritte.

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