"Tutto cambia al di là di queste mura.
Qui invece tutto resta uguale, cristallizzato. Siamo un baco che mai si trasformerà in farfalla"

venerdì 26 novembre 2021

Non ne verremo mai a capo

Questa mattina Matteo, mio figlio, stava per uscire per andare a scuola quando all'improvviso ha esclamato: "No! Devo cambiarmi la felpa, devo mettermi quella rossa! Oggi è la giornata contro la violenza sulle donne". E' corso in camera a cambiarsi. Prima di uscire si è voltato e con tono sconsolato mi ha detto: "tanto ...... (nome di una sua compagna) mi dirà che io non posso manifestare perché sono un maschio". Gli ho spiegato che in errore è lei, non certo lui. Il problema è che molti, anche tra gli adulti, la pensano come quella bambina. Fino a quando molti continueranno a credere che la violenza sulle donne è un problema che riguarda soprattutto (se non esclusivamente) le donne e non, prima di tutto, un problema che riguarda gli uomini, non ne verremo mai a capo.

martedì 9 marzo 2021

Lettera aperta al Governatore della Liguria sulla chiusura delle scuole

Sabato scorso ho accolto con sconcerto e profonda amarezza la decisione di chiudere le scuole superiori, nonostante la Liguria sia zona gialla. Significa che avremo bar, ristoranti, centri commerciali aperti e le scuole superiori chiuse.

Premetto che sono consapevole delle enormi difficoltà vissute nell’ultimo anno da questi esercizi commerciali, i cui proprietari hanno tutta la mia comprensione, e non è mia intenzione sostenere una contrapposizione locali pubblici di ristoro/scuole.

Non mi considero inoltre competente a sufficienza per poter stabilire se fosse davvero necessaria la chiusura degli istituti superiori, ma credo che, in un Paese civile, gli ultimi posti a chiudere dovrebbero essere proprio le scuole, di ogni ordine e grado.

Se da un lato alcuni dati pare indichino un’incidenza dell’apertura delle scuole nella curva del contagio, non mi risulta che ci siano studi scientifici che provino che nell’ambiente scolastico ci si ammali di più che nei bar, nei ristoranti o nei centri commerciali. Per almeno una settimana (ma temo per molto di più), costringeremo gli studenti a seguire il 100% delle lezioni da casa, per limitare la diffusione del virus, quando gli stessi giovani saranno liberi al pomeriggio di sedersi intorno a un tavolo e consumare senza indossare la mascherina (a scuola la mascherina è indossata sempre, anche durante la ricreazione, con l’eccezione di pochi minuti per il consumo della merenda, ciascuno seduto al proprio banco).

È umanamente inaccettabile. È giunto il momento di dire basta alla logica che governa le decisioni delle istituzioni. Le scuole non rientrano nel giro economico? Bene, allora possono rimanere chiuse. È una visione mercato-centrica, sbagliata da un punto di vista etico, miope da un punto di vista sanitario e sociale. Si stanno infatti sottovalutando le conseguenze psicologiche negative su un’intera generazione, già evidenti per chi, come me, ha a che fare ogni giorno con i giovani. Nei prossimi anni pagheremo a caro prezzo il disagio psichico e socio-relazionale vissuto dagli adolescenti durante la pandemia.

Ai problemi psicologici, si sommeranno inoltre quelli di carattere cognitivo. La tanto reclamata didattica a distanza (DAD), seppur utile in casi estremi (lockdown), non può essere pensata come valida alternativa alla didattica in presenza. Il rapporto docente-discente è prima di tutto un rapporto relazionale che può essere coltivato esclusivamente in presenza, così come in presenza può crescere il rapporto tra compagni, fondamentale nella creazione di un buon ambiente scolastico e, di conseguenza, anche ai fini dell’apprendimento stesso. È impensabile, inoltre, che dei ragazzi possano mantenere alta la concentrazione per quattro-cinque-sei ore davanti a uno schermo. Sono ormai numerose le ricerche scientifiche che evidenziano i limiti, e in alcuni casi i danni, di un’istruzione basata sul digitale (“Demenza digitale”, M. Spitzer, ed. Corbaccio).

In ultimo, ma non per questo meno importante, la DAD aumenta le disuguaglianze tra gli studenti (contravvenendo all’art. 3 della Costituzione), tra chi ha a disposizione un computer e una buona connessione e chi, invece, è costretto a seguire le lezioni sul tablet o addirittura sul telefono, con connessioni ballerine (famiglie poco abbienti o numerose con vari figli in DAD).

Ai mancati introiti di bar, ristoranti e altre attività commerciali è pur sempre possibile porre rimedio nell’immediato attraverso rimborsi economici (magari pensati meglio rispetto a quelli messi finora a disposizione). Per i problemi psicologici e per i deficit cognitivi il rimedio è molto più difficile e non necessariamente meno caro. Una chiusura delle scuole andrebbe quindi presa in considerazione esclusivamente dopo aver adottato tutte le misure utili per limitare la diffusione del virus e aver attuato la chiusura di altri luoghi in cui può avvenire il contagio.

domenica 29 novembre 2020

A Lagarta e a borboleta

Ammetto, vedere pubblicato il mio primo romanzo tradotto in portoghese mi ha emozionato. Ho sempre sostenuto che si scrive per se stessi, ma anche e soprattutto per gli altri. L'idea che possano esserci persone, portoghesi e brasiliani, che non potevano leggere "Il baco e la farfalla" in italiano perché non conoscevano la lingua, e che invece ora lo possono fare, mi riempie di gioia.

Un grazie di cuore a Katia Werneck per la traduzione, per la sua professionalità e per il suo contagioso entusiasmo.

Il libro è acquistabile in ebook sui principali negozi online, tra un paio di settimane sarà acquistabile anche il cartaceo.

Se avete amici e conoscenti che conoscono il portoghese, girate loro l'informazione. Grazie!

Buona lettura di quella che è certamente "uma incrível história real"!

"A lagarta e a borboleta" su:
Kobo, Barnes&Nobles, Amazon, Books Apple, Google Play

Descrição do Livro

“Quem está lá fora não nota. O ritmo da vida deles é absorvido com seus próprios problemas, não com os nossos. O trabalho, a família e o resto. Um ritmo frenético, uma corrida de tirar o fôlego, sem um instante sequer para respirar. Para eles, falta tempo, para nós sobra... tudo muda do lado de lá destes muros. Aqui, ao contrário, tudo permanece igual, cristalizado. Somos as lagartas que jamais serão borboletas”.

Neste mundo, são sempre os mais frágeis a pagar o preço mais alto. São os que não podem voar que são pegos todas as vezes como bode expiatório. E não voam, não porque não querem, mas porque algo, ou alguém mais poderoso lhe partiu as asas.

Guido se vê menino com uma mãe para procurar e um pai para vingar. Alguns anos depois, pouco mais que um adolescente, decide acertar contas com um passado cujo peso se fez sentir, com o decorrer do tempo, insuportável. Uma decisão que o fará descobrir muitos lados obscuros de sua família e que marcará para sempre o resto da sua vida.

giovedì 26 novembre 2020

25 novembre: giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

"Erano trascorsi quattro giorni da quella drammatica notte. Lejla aveva ripreso a mangiare con una certa regolarità, anche se l’appetito che l’aveva da sempre accompagnata non era altro che uno sbiadito ricordo. Ora ingurgitava il cibo più per dovere che per piacere, nutrendosi in modo disordinato e saziandosi in fretta. Il fatto di ritrovarsi sola non le era certo di aiuto. Adele si sarebbe prodigata per cucinarle i suoi piatti preferiti, l’avrebbe spronata a mangiare ancora un po’, le avrebbe profuso quell’affetto genuino e disinteressato che solo un genitore è in grado di dare. Sotto l’aspetto fisico stava decisamente meglio. Il dolore diffuso dei primi due giorni era ora meno intenso, l’ematoma sul collo era quasi scomparso, la piccola ferita sul seno rimarginata, i genitali non le bruciavano più quando orinava. A livello mentale invece non vi erano stati grandi progressi. Apatica, refrattaria a qualsiasi stimolo che giungesse dall’esterno, procedeva pericolosamente sul baratro della depressione, sentendosi all’improvviso insicura di tutto e di tutti, a iniziare da se stessa. L’unica certezza era rappresentata da Hamid, il quale fin da subito, da quando si era accorto che Lejla non era più Lejla, si era trasformato in una presenza costante, una miniera infinita di dolcezza e pazienza. Lejla lo aveva silenziosamente ringraziato per non essersi risentito quando nella sua stanza lui aveva iniziato ad accarezzarle il seno e lei gli aveva preso la mano, gliel’aveva allontanata e gli aveva detto che non le andava, che non ne aveva voglia. Era la prima volta, non era mai successo prima di allora, e se qualcuno, prima della festa, le avesse paventato questa possibilità, si sarebbe messa a ridere, ritenendo impossibile non avere voglia di fare l’amore con Hamid, che era la cosa più bella del mondo."

Brano tratto da "Lejla e Hamid"

venerdì 1 marzo 2019

Tra 50 anni...

Chissà se tra 50 anni Minniti e Salvini saranno ricordati come oggi ricordiamo, giustamente con orrore e disprezzo, Heydrich e Himmler (solo per citarne un paio).
Quello che è certo è che gli italiani non potranno giustificarsi con un "non sapevamo". Oggi la possibilità di informarsi sulle conseguenze delle scelte dei nostri governi è a portata di tutti (il video dura meno di 10 minuti).

https://www.channel4.com/news/torture-and-shocking-conditions-the-human-cost-of-keeping-migrants-out-of-europe?fbclid=IwAR3v9xR6pxHifofKIInG2UjM8sE8FA-IWSF64rorWfhf5ArBpL20F96WZJA

lunedì 26 novembre 2018

25 novembre - Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.


Dalla radio, che era rimasta accesa tutto il pomeriggio, si diffusero nell’ambiente le parole di una canzone di De André.

...Via del Campo c’è una puttana
gli occhi grandi color di foglia
se di amarla ti vien la voglia
basta prenderla per la mano
e ti sembra di andar lontano
lei ti guarda con un sorriso
non credevi che il paradiso
fosse solo lì al primo piano…


Lejla ricordò di quando Hamid le aveva raccontato delle prostitute del centro storico, degli uomini che andavano da loro in pausa pranzo. All’epoca si era domandata che piacere potesse provare un uomo nel fare sesso a pagamento. Ora la domanda che fece a se stessa fu un’altra. Che tipo di piacere poteva provare un uomo nel violentare una donna? Aveva trovato il paradiso Christian nello stesso luogo in cui lei era sprofondata all’inferno? Stremata, si addormentò tra un ricordo e l’altro, lasciando le domande senza risposta.

Da "Lejla e Hamid", romanzo

lunedì 25 giugno 2018

Lejla e Hamid migrano a Milano!

Venerdì 29 giugno alle 19.30 sarò a Milano per partecipare a un incontro in cui presenterò "Lejla e Hamid", ma soprattutto parlerò di migranti... tema "caldo" dei giorni odierni, per il quale è necessario, per recuperare l'umanità perduta, un approccio alternativo al mendace mantra "salviniano".

Vi aspetto numerosi alla Trattoria Popolare-Circolo ARCI Traverso in Via Ambrogio Figino 13.

Seguirà alle 20.30 una cena. Per l'occasione il cuoco Pigi, prendendo spunto dall'ambientazione del romanzo, ci delizierà con un menù in odor di Riviera!

Farinata
Trofie al pesto casalingo
Fusilli alla salsa di noci
Coniglio alla ligure
Sčiattamàiu
Patate prezzemolate
Insalata dell’orto
Latte dolce fritto

Per la cena meglio prenotare: arci.traverso@gmail.com

mercoledì 23 maggio 2018

Philip Roth

E' morto Philip Roth. Dopo Garcia Marquez e Saramago, un altro grande scrittore contemporaneo ci ha lasciato. E non importa che avesse deciso una decina di anni fa di non scrivere più. Non importa che avesse detto che "ogni talento ha i suoi termini contrattuali - una propria natura e forza, e anche una fine, una durata e un decorso. Non tutti possono essere fecondi per sempre". La speranza che potesse rimettersi a scrivere poteva esistere, finché era in vita. Ora invece non più. Ciò che resta non è poco, in ogni caso. Il ricordo dei suoi libri continuerà a vivere in chi ne ha apprezzato la splendida letteratura e i suoi indimenticabili personaggi. Pastorale Americana, Il lamento di Portnoy, La macchia umana. Libri che, quando li stai leggendo, non vedi l'ora di avere un attimo libero per riprendere la storia da dove l'hai lasciata. Libri per cui se c'è coda dal medico o il treno è in ritardo non è un problema, anzi, avrai così un po' più di tempo per godere della loro lettura. Ciò che resta sono personaggi come Seymour Levov, lo "Svedese", che si tormenta alla ricerca di un errore che non riesce a trovare, che, disperato, ripercorre a ritroso la vita della sua famiglia, analizza in dettaglio situazioni più o meno importanti, scandaglia l’infanzia e l’adolescenza di sua figlia, il tutto inutilmente. E chissà se chi fa parte della giuria del Nobel in questo momento si sta pentendo per non aver più la possibilità di annoverare nella propria lista uno scrittore come Philip Roth. Il suo nome non avrebbe certo sfigurato, tutt'altro, avrebbe conferito all'elenco dei vincitori maggior lustro. Ma l'immortalità letteraria non dipende dai premi, ma da ciò che si è scritto, e le storie narrate da Roth sono destinate a restare.

martedì 24 aprile 2018

25 aprile a Valencia!

Quest'anno festeggerò il 25 aprile insieme a Espai Italia, associazione socio-culturale valenciana.
Giovedì 26 alle 18.30 nel Slaughterhouse Food&Books in calle Denia 22, Lejla e Hamid incontreranno gli amici della Comunidad Valenciana.
A seguire brindisi e aperitivo


mercoledì 18 aprile 2018

Incontri a scuola con gli studenti

Ieri mattina ho incontrato i ragazzi del liceo scientifico di Recco. Cinque di loro avevano letto "Lejla e Hamid" e mi hanno fatto un'intervista, in una sala gremita dai loro compagni. Bello vederli attenti quando si è parlato di migranti e integrazione, quando ho suggerito una visione relativista e non etnocentrica nei confronti di chi ha una cultura differente. Emozionante osservare gli sguardi intensi delle ragazze quando ho detto che cosa potrebbero fare se malauguratamente dovessero subire una violenza o se capitasse a una loro amica. Volti giovani che mi hanno trasmesso speranza. Se desideriamo provare a costruire una società migliore, è da loro che dobbiamo partire.

Se ci fossero insegnanti interessati a organizzare incontri nelle loro scuole li invito a contattarmi, possono contare sulla mia piena disponibilità.