"Tutto cambia al di là di queste mura.
Qui invece tutto resta uguale, cristallizzato. Siamo un baco che mai si trasformerà in farfalla"

mercoledì 18 febbraio 2015

Sbilanciamoci!

Mi sono sempre considerato un ottimista. Invece, da un po' di tempo, non riesco a celare un profondo pessimismo per la situazione sociale ed economica del paese in cui vivo. In fondo posso permettermelo. Non sono Renzi, che per il ruolo che ricopre è obbligato a dire a tutti con il sorriso sulle labbra che le cose andranno meglio e a spacciare ottimismo ai quattro venti, manco la gente potesse nutrirsi di quello o pagarci l'affitto. Dando per scontato che non sia né disonesto né stupido, credo che in realtà sappia anche lui che non sarà così (le cose, cioè, andranno peggio). Eppure dovrebbe sentire il peso della responsabilità, provare almeno un piccolo rimorso per quello che potrebbe fare e invece non fa. Perché manca la volontà per fare andare meglio le cose, non le risorse come da piú parti ci viene ripetuto.

Un recente rapporto dell'ong Oxfam ci conferma ciò che purtroppo già sapevamo. La ricchezza esiste, ma si concentra nelle mani di pochi. Entro il 2016 l’1% della popolazione mondiale avrà più del 50% delle ricchezze, ovvero più del restante 99% della popolazione. Non solo: la ricchezza dei primi 80 multimiliardari è raddoppiata tra il 2009 e il 2014: oggi equivale a quella detenuta da 3,5 miliardi di persone, tutte insieme. 
L'austerità è la causa, non la soluzione del problema. Lo afferma perfino il Fondo Monetario Internazionale (e se lo dicono loro c'è da crederci!) che le manovre adottate finora in nome dell'austerità hanno contribuito ad aumentare le disuguaglianze sociali. I soldi ci sono, bisogna solo decidere come spenderli.

La campagna Sbilanciamoci pubblica ogni anno una contromanovra in cui illustra, dati alla mano, come potrebbero essere spese le risorse a disposizione del governo italiano per aumentare il benessere della società. Un fisco più equo, tagli alla spesa pubblica tossica (spese militari, sostegno all'istruzione-ricerca-sanità private, grandi opere), intervento pubblico in economia. La buona spesa pubblica è quella che investe nell’edilizia popolare pubblica (anziché svenderla), nella tutela dei beni comuni (e non nella loro privatizzazione), in un piano energetico lungimirante, nella preservazione del nostro patrimonio naturale, nell'economia solidale, nella tutela del patrimonio culturale (in Italia in questo settore sono impiegate meno persone che in Germania, Francia, Spagna e Inghilterra).
Non sono proposte utopistiche, sono tutte documentate in modo da ottenere una manovra da 27 miliardi a saldo zero (differenza tra tagli e spese).
 
Alcuni esempi su come recuperare risorse...

Tassazione aggiuntiva sui capitali già scudati (5 miliardi), revoca del condono sui concessionari di videogiochi (2,1 miliardi), rafforzamento della tassa sulle transazioni finanziarie (0,8 miliardi), tassazione degli immobili tenuti vuoti (400 milioni), misure di contrasto al canone nero e irregolare (250 milioni), tassazione dei profitti del settore del lusso (200 milioni) e nocivi, come l’emissione di Co2 delle auto (500 milioni), adeguamento dei canoni di concessione per le attività estrattive (205 milioni) e delle acque minerali (250 milioni), misure fiscali penalizzanti per il rilascio del porto di armi (170 milioni). Cancellare gli stanziamenti previsti dalla legge di stabilità 2015 per le scuole private (471,9 milioni... e c'è ancora qualcuno che pensa che Renzi sia di sinistra) e sostituire con insegnamenti alternativi l’ora di religione nelle scuole il cui costo è stimato in 1,5 miliardi di euro. Rinuncia al programma di acquisto degli F-35 (500 milioni) e della seconda serie di sommergibili U-212 (210 milioni) e il ritiro da tutte le missioni a chiara valenza aggressiva (600 milioni).

E ora veniamo alle spese...

4 miliardi si potrebbero destinare ad un piano di investimenti pubblici per creare occupazione nel settore dei trasporti ferroviari locali, stabilizzare il personale paramedico precario, assumere figure professionali stabili per combattere gli abbandoni scolastici e mettere in sicurezza il nostro territorio. Nuovi posti di lavoro per contrastare il fenomeno del "capitale umano dissipato" tristemente descritto dal Censis nel rapporto di fine 2014. 
Con altri 4 miliardi sarebbe possibile garantire 500 euro al mese individuali a circa 764 mila persone che si trovano in condizioni di povertà assoluta.
900 milioni sarebbero invece destinati a finanziare la ricerca di base e applicata.
Per migliorare il sistema di istruzione pubblico si propone, tra le altre cose, di varare una piano ventennale per l’edilizia scolastica (1 miliardo per il 2015), di garantire il diritto allo studio (300 milioni), di promuovere progetti che favoriscano l’alternanza scuola-lavoro (200 milioni).
Si propone di investire di più nel recupero di immobili di proprietà pubblica per uso abitativo (1 miliardo) e nel sostegno sociale all'affitto (300 milioni).
Non c’è futuro senza salvaguardia dell’ambiente. Per attuare una strategia per l’adattamento ai cambiamenti climatici e alla manutenzione del territorio servirebbero investimenti per 2 miliardi di euro per i prossimi 20 anni. Recuperando le risorse dal taglio delle grandi opere e dalla tassazione delle attività che danneggiano l’ambiente, si chiede che nella Legge di Stabilità 2015 siano stanziati a questo scopo almeno 500 milioni di euro.
Si potrebbe inoltre costituire un fondo di rotazione per le demolizioni delle opere abusive (150 milioni), varare un piano nazionale per la mobilità sostenibile (1 miliardo), promuovere l’installazione di impianti fotovoltaici con accumulo (200 milioni), tutelare le aree protette (30 milioni), istituire un assegno di maternità universale (900 milioni), finanziare nuovi centri antiviolenza (50 milioni), ampliare gli interventi di inclusione sociale e lavorativa dei cittadini stranieri (60,9 milioni), abolire la tassa di soggiorno (26 milioni), rafforzare il sistema nazionale di lotta contro le discriminazioni e il razzismo (30 milioni).
Poche risorse infine basterebbero per sostenere l'Altreconomia, che già esiste, per varare un progetto pilota di ricognizione delle aree dismesse per utilizzarle a fini sociali (1 milione), per sostenere una rete nazionale di mercati e fiere eco&eque (10 milioni), per la realizzazione di dieci progetti pilota per promuovere la piccola distribuzione organizzata (10 milioni).

Che dire... se tutte queste proposte (e altre che non ho menzionato) fossero recepite e attuate, vivremmo senza dubbio in un paese più giusto, più bello, più sostenibile. E forse tornerebbe anche un po' di ottimismo per il futuro.